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Quali sono i migliori vini della Maremma Toscana

La Maremma toscana, per le diverse condizioni climatiche e morfologiche del suo territorio, riesce a dare vita a grandi vini di varia tipologia. Si parla di un territorio vocato alle viti da secoli e che tra mare e terra ha mantenuto negli anni la sua identità più forte.

I vini, tutti rigorosamente DOC o DOCG, sono garantiti, dal 2014, dal Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.

Una piccola guida per conoscere storia e caratteristiche dei bianchi e dei rossi più apprezzati … e qualche suggerimento per abbinare ai piatti della tradizione il vino più adatto.

Tre bianchi:
Trebbiano, Vermentino e Ansonica.

Quattro rossi:
Morellino, Alicante, Ciliegiolo e Pugnitello.

Questa selezione di vini è semplicemente basata sul mio gusto personale. Oltre a questi, in Maremma, si producono anche altri vini di qualità: il Cabernet Sauvignon, il Cannaiolo, il Merlot, lo Chardonnay e persino un passito. Insomma se un buon calice è di vostro gradimento ... il posto è quello giusto!  Avrete solo l'imbarazzo della scelta rigorosamente DOC.

Vini bianchi della maremma toscana

Bianco di Pitigliano (Trebbiano)

Vitigno a bacca bianca tra i più comuni coltivati in Italia. In Maremma è concentrato nei comuni di Pitigliano e Sorano.
È un vitigno di una notevole vigoria, e si adatta a diversi tipi di terreno, pur preferendo quelli non troppo fertili e gli ambienti poco ventosi e non troppo siccitosi.
Il vino è di colore giallo paglierino carico. Delicato ed elegante all’olfatto, con note decise fruttate che si arricchiscono di sfumature floreali e di bergamotto. Secco, giustamente morbido, da bersi giovane, entro i 2 anni dalla vendemmia.
Al Trebbiano toscano si abbinano antipasti di mare, minestre e zuppe delicate, piatti a base di pesce, molluschi e crostacei, formaggi freschi e delicati, come il ravaggiolo, la ricotta mista o il tipico marzolino.

Vermentino

E' un vitigno a bacca bianca dalla provenienza “storica”. Dalla Spagna è arrivato in Sardegna attraverso la Corsica e quindi approdato in Toscana. La Maremma grossetana è una delle principali produttrici di vermentino, a Magliano in Toscana, Grosseto, Orbetello e Roccastrada si trova la metà dell'intera produzione della Toscana. E' un vitigno che predilige terreni asciutti e ben soleggiati, in particolare quelli vicino al mare.
Il suo aroma è fresco e floreale con note di frutta a polpa bianca. Il colore giallo paglierino con leggeri riflessi verdognoli.
Si abbina ottimamente con piatti di pesce ma anche con formaggi freschi e salumi.

Ansonica

Il vitigno Ansonica è giunto in Sicilia in epoca Normanna col nome di Inzolia. Si è poi diffuso in Maremma e nell'arcipelago Toscano.
L'Ansonica Costa dell'Argentario ha una denominazione DOC.

Viene coltivato prevalentemente all'Argentario, all'isola del Giglio e all'isola d'Elba. L'Ansonica è l'uva a bacca bianca che ha maggiormente resistito alle condizioni climatiche di questi luoghi: molto sole, poca acqua e terreni sassosi. Viene coltivata in “poste”, in terrazzamenti con i tipici muri a secco, esposti al vento e alla salsedine.

Colore giallo paglierino, tendente al dorato intenso.
Il profumo è fresco, delicato, con sentore di frutta a polpa gialla e note minerali e vegetali che ricordano la macchia mediterranea. 

Al palato risulta asciutto, morbido e armonico. I sentori di frutta matura ritornano piacevoli nel finale.

Ottimo vino da aperitivo, con antipasti di mare, con i piatti di pesce tipici e con la panzanella.

Inoltre, l'Ansonica dell'Argentario è spesso utilizzata per produrre vini passiti, che vengono ottenuti lasciando le uve ad appassire sulla pianta prima della raccolta. Questi vini hanno un colore giallo dorato e un profilo aromatico intenso con sentori di frutta secca, miele e spezie. Sono perfetti per accompagnare dolci, formaggi stagionati e dessert a base di frutta.

Vini rossi della maremma toscana

Morellino di Scansano (Sangiovese)

Il Morellino di Scansano ha raggiunto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata nel 1978, e nel 2006 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Se destinato ad essere qualificato con la menzione Riserva, deve essere sottoposto ad un periodo di invecchiamento non inferiore ai due anni, di cui almeno uno in botte di legno.

Il vitigno è il sangiovese, a bacca nera, il più coltivato in Italia ed è il simbolo della viticoltura toscana. In Maremma il Sangiovese occupa un posto preminente, la concentrazione maggiore è nei comuni di Magliano e Scansano. Il nome di questo vino deriva con tutta probabilità dai cavalli "morelli" che venivano utilizzati per trainare le carrozze a Scansano. Gli scavi archeologici testimoniano la presenza sul territorio di un'importante produzione vinicola già in epoca etrusca ed ulteriormente sviluppata successivamente in epoca romana. È un vitigno che preferisce i terreni di natura argilloso-calcarea, posti in aree collinari.

Il vino è di colore rubino intenso, con profumo fruttato e sensazioni di more, ciliegie, fragole, prugne e confettura di frutti rossi, di sapore asciutto, di buon corpo, con retrogusto leggermente amarognolo con sentori speziati di chicco di caffè e fave di cacao.

Se giovane, si abbina ai primi piatti saporiti della tradizione toscana (pici, tortelli maremmani o pappardelle al sugo di cinghiale), alle minestre, alle zuppe tipiche come acquacotta, pappa al pomodoro, panzanella o ribollita, alle zuppe di pesce come il cacciucco. La versione più matura è ottima con le carni rosse e le costate, come la bistecca alla fiorentina, gli arrosti, le grigliate e i formaggi stagionati.

Alicante

L'alicante è stato portato in maremma al tempo della dominazione spagnola a metà del 1500 con il protettorato dello Stato dei Presidi. oggi si contano un centinaio di ettari dislocati soprattutto nei comuni di Magliano, Roccastrada, Pitigliano e Manciano. È un vitigno a bacca nera che preferisce i terreni collinari, soprattutto se ben esposti e ventilati, di natura argillosa.

Il vino è di colore rosso rubino intenso tendente al cremisi o amaranto, con sfumature aranciate, mentre il profumo è fine, fruttato, con aroma di frutti rossi e note speziate, il sapore è asciutto, con richiami tipici di mandorla amara.
L'Alicante si presta ad abbinamenti con antipasti di terra, primi piatti saporiti della tradizione maremmana come i tipici tortelli al sugo o l’acquacotta.

Ciliegiolo

È un vitigno a bacca nera che ha nella Maremma grossetana una delle aree di massima diffusione, soprattutto nei comuni di Magliano, Manciano, Grosseto, Scansano, Pitigliano e Cinigiano.

Pare sia stato introdotto in Italia dai pellegrini di ritorno dal Santuario di San Giacomo de Compostela, in Spagna . Il nome di questo vitigno è dovuto al colore ciliegia caratteristico dell’uva, il quale, in un certo senso, si ripercuote anche nell’aroma, che ricorda appunto le note gradevoli di questo frutto.

Il vitigno resiste bene alla siccità, ma non altrettanto al vento e alle gelate primaverili.
Il vino è di colore rosso rubino con sfumature ciliegia, di buon corpo, con toni caldi e morbidi; il profumo è fruttato, con note di piccoli frutti rossi, talvolta con sentori speziati, soprattutto se il vino è sottoposto all’invecchiamento.
Il Ciliegiolo si abbina ad antipasti di terra, ai tradizionali tortelli alla maremmana, pici, acquacotta, pappa al pomodoro, scottiglia, ai formaggi più o meno maturi, mentre le versioni più mature sono perfette con le carni rosse, grigliate e i formaggi maturi.

Pugnitello

È un vitigno tradizionale della Maremma a bacca rossa, ma le superfici coltivate in provincia di Grosseto raggiungono appena 16 ettari, dislocati solo in alcuni comuni tra i quali di Magliano, Civitella Paganico, Scansano, Orbetello. Il nome di questo vitigno è molto probabilmente dovuto alla forma del grappolo, che è piccolo e, appunto, ricorda la forma della mano chiusa a pugno.

Il vino è di colore rosso molto intenso, con tonalità violacee, dall’aroma intenso, con sentori di ciliegie mature e altri frutti rossi, il sapore risulta rotondo per la qualità dei suoi tannini.
Si abbina ai primi piatti saporiti della tradizione toscana, come le tagliatelle al sugo di cinghiale o i pici, alle carni rosse, all’arrosto di manzo e ai formaggi maturi.

Il vino kasher

Tra i vini di Maremma c'è un'altra vera eccellenza molto particolare, legata a Pitigliano, la Piccola Gerusalemme, il vino kasher.

Kasher (o kosher) in ebraico significa puro, giusto, idoneo al consumo dei fedeli, almeno secondo le leggi dell’alimentazione ebraica (kasherut) impresse sulla Torah.

A Pitigliano si producono due ottimi vini kasher IGT, Bianco e Rosso Kasher.
BIANCO KASHER : prodotto con uve di Trebbiano Toscano, Greco, Malvasia, Verdello e Chardonnay. Tutto il processo di lavorazione e produzione viene seguito dal Rabbino di Livorno. Colore giallo paglierino, dal profumo delicato e fragrante, sapore vivace e gradevole con leggero retrogusto amarognolo. Gradazione alcolica 11.5%
ROSSO KASHER : prodotto con uve di Sangiovese e Canaiolo. Tutto il processo di lavorazione e produzione viene seguito dal Rabbino di Livorno. Colore rosso rubino, profumo vinoso persistente, sapore asciutto e pieno. Gradazione alcolica 12%

Secondo la tradizione ebraica, i vini kasher devono essere i sottoposti ad una regolamentazione specifica. L’unica cosa che può essere fatta da chiunque è la fase iniziale, ovvero la raccolta delle uve, perché in quel momento si tratta solo di frutta. Quando poi si arriva davanti alla vasca resa kasher e l’uva inizia a cascare dentro la vasca, in quell’esatto momento si avvia il processo di vinificazione; è l’inizio di un procedimento sacro.
L’intero processo enologico ( dalla scelta dell'uva alla spremitura, dalla fermentazione alla svinatura, dai travasi alla refrigerazione, dai filtraggi all’imbottigliamento ) si svolge sotto il diretto controllo del rabbino capo, il quale, al termine di ogni fase, sigilla i contenitori che vengono usati al posto delle botti.
Il sigillo è quindi una garanzia, la prova che ogni manipolazione è avvenuta seguendo quello che dice la Torah. Questo vale per tutti i passaggi, finché il vino non entra in bottiglia Una volta imbottigliato può essere poi preso e spostato da persone non di religione ebraica.

bicchieri da vino

Un consiglio per una buona degustazione

Se siete agli esordi come sommelier o degustatori c’è una regola generale che si può seguire: i vini rossi si gustano meglio in bicchieri ampi; per quelli bianchi, invece, sono ottimali in bicchieri più stretti. Un buon vino può non esaltare tutte le sue qualità se servito nel bicchiere sbagliato, ogni bevanda ha il suo bicchiere ideale, quello progettato per degustarla al meglio e avvertire tutte le sue caratteristiche.

Qui troverete tutte le indicazioni che vi servono: https://www.vinifero.it/diariodibordo-category/bicchieri-vino/

 

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Autore dell'articolo: Marilena

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