il frontone di talamone e i 7 contro tebe

Il frontone di Talamone

Il frontone di Talamone è composto da rari frammenti in terracotta dei rilievi del frontone di un tempio etrusco del IV secolo a.C., che fu rinnovato intorno al 150 a.C., epoca in cui si datano i rilievi del frontone, che fu distrutto da un incendio verso il 100 a.C..

Gli splendidi rilievi furono ritrovati alla fine dell'Ottocento sul colle di Talamonaccio, che delimita ad est la baia di Talamone.

Il Frontone presenta alcune peculiarità che lo rendono unico nel suo genere. Innanzi tutto il fatto che gli scultori si siano preoccupati di creare le figure inclinate in avanti, in modo che dal basso si potesse avere una visione migliore. L’altra particolarità non trascurabile è data dalla ricchezza dei personaggi e dalla complessità del "racconto" scultoreo.

La tragedia di Edipo - frontone di talamone

La tragedia di Edipo

Nel Frontone di Talamone è rappresentato un momento del mito dei “Sette contro Tebe”.

Tale mito era stato più volte trattato nella drammaturgia greca, ove Eschilo, Sofocle ed Euripide avevano rappresentato i diversi sviluppi di questa grande tragedia familiare. Ma è soprattutto nelle “Fenicie” di Euripide che si può riconoscere la scena rappresentata nel rilievo frontonale di Talamone, che ferma l’attimo del fatale compimento della maledizione di Edipo.

Questi, dopo aver ucciso, senza peraltro rendersene conto, suo padre Laio e dopo aver risolto l’enigma della Sfinge, ottiene la mano della Regina di Tebe, ignaro di sposare sua madre Giocasta; da queste nozze nascono i fratelli Eteocle e Polinice e le sorelle Antigone ed Ismene. Essendo venuto a conoscenza di ciò che aveva fatto, Edipo, sconvolto dall’enormità dei suoi crimini, si toglie la vista e si ritira a vivere nel palazzo, maledicendo i figli che lo maltrattano e predicendo loro lotte e sangue per ottenere la supremazia ed il potere sulla città di Tebe.

Sette contro Tebe

Il mito dei sette contro Tebe

I figli di Edipo - Eteocle e Polinice - per evitare la funesta profezia paterna, cercano di accordarsi pacificamente, decidendo di regnare ciascuno ad anni alterni; mentre Eteocle inizia a gestire il potere in città, Polinice si ritira ad Argo, dove sposa la figlia del re Adrasto. Ma trascorso il primo anno di regno, Eteocle si rifiuta di cedere il trono al fratello, il quale, con l’aiuto del suocero Adrasto e di altri cinque eroi - Tideo, Capaneo, Anfiarao, Ippomedonte e Partenopeo - decide di armarsi contro Tebe.

La città di Tebe aveva sette porte:

  1. Porta di Preto
  2. Porta Elettra
  3. Porta Nuova
  4. Porta Atena Onca
  5. Porta Nord
  6. Porta Omoloide
  7. Settima Porta

 

Eteocle mise sette campioni valorosi a difesa delle sette porte, mentre Adrasto disponeva per attaccarle sette capi di uguale bravura.
Adrasto organizzò così l’attacco alla città e dispose che i Sette contro Tebe ponessero l’assedio ognuno ad una delle sette porte.

Frontone di talamone

È questo il momento della tragedia rappresentato nel Frontone di Talamone

Edipo, ormai cieco, in ginocchio e con le braccia disperatamente alzate verso il cielo, compare al centro della composizione, fra i due figli già morenti, l’uno per mano dell’altro. A sinistra una donna - Antigone o piuttosto Giocasta - si volge verso Eteocle, mentre Polinice stramazza fra le braccia di un compagno. La maledizione che pesa su Edipo e sulla sua famiglia si avvera tragicamente, mentre anche gli altri eroi vedono compiersi il proprio destino: in alto, fra due guerrieri, Capaneo sta per precipitare dalla scala con cui tenta di dare l’assalto alle mura della città; a sinistra, Adrasto, affiancato da una figura femminile alata, si allontana rapidamente con il suo carro dal campo di battaglia; a destra, Anfiarao, in piedi e con la testa rivolta all’indietro, viene trascinato con il suo carro negli abissi infernali, da tre divinità femminili alate e da un demone emergente per metà dalle viscere della terra.

 

Il frontone di Talamone presenta al centro Edipo cieco e inginocchiato, ai lati i suoi due figli morenti Eteocle e Polinice; a sinistra è Adrasto che fugge su una biga, mentre a destra è Anfiarao che sprofonda negli Inferi con il suo carro.

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Autore dell'articolo: Marilena

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